Progettazione dei sistemi di recupero nell' energia

 

1 – I freni

Il sistema più utilizzato è la cosiddetta “frenata rigenerativa” che sfrutta le fasi passive della marcia: per essere esatti non agisce soltanto in frenata, ma inizia quando cioè si alza il piede dall’acceleratore. A quel punto il motore elettrico (anche quello delle ibride) inverte la sua funzione, si trasforma in alternatore e sfrutta l’energia cinetica ricevuta dalle ruote per generare corrente da ri-inviare alla batteria.










Questa resistenza elettromagnetica di solito provoca una decisa decelerazione, tanto che in moltissimi casi questo effetto viene sfruttato anche nelle frenate lievi che fanno intervenire effettivamente i freni soltanto quando è richiesto un arresto più deciso.

 

 

 

2 – Le sospensioni

 

Tutte le parti in movimento di una vettura, che sono moltissime, possono essere sfruttate per recuperare l’energia altrimenti dispersa. Dell’opportunità di farlo anche con le sospensioni si parla da molto tempo ed una prima applicazione è stata mostrata due anni fa.

Si tratta di ammortizzatori elettroidraulici che sostituiscono quelli tradizionali sulle ruote posteriori e che, oltre a permettere di regolare lo smorzamento e l’escursione in modo più completo, possono sfruttare il molleggio e le oscillazioni dei bracci per convertire quell’energia in corrente. Questa tecnologia rientra tra i dispositivi correlati ai nuovi sistemi elettrici a 48 V su cui non solo Audi si sta orientando e potremmo vederla presto in produzione.

 

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